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Il matrimonio di Manfredi e Elena d'Epiro
La storia più intensa che caratterizza il Castello Svevo di Trani. Ad agosto viene portata in scena la rappresentazione del matrimonio con tanti figuranti provenienti da tutta la Puglia
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La storia più intensa che caratterizza il Castello Svevo è quella di Elena d'Epiro che, per quanto connotata da un tragico epilogo, ha dei tratti affascinanti che meritano di essere ricordati, così come questa principessa ha ricordato con orgoglio fino alla sua morte la storia di una grande dinastia, quale quella degli Svevi, che la toccò non solo in rapporti di interessi e convenienza, bensì soprattutto sotto forma di profondi sentimenti amorosi. Elena giunse a Trani il 2 Giugno del 1259, raggiungendola dal mare all'età di soli 17 anni. Fu destinata alle nozze con Manfredi, figlio prediletto di Federico II, un matrimonio dal quale i due ebbero quattro figli, Beatrice, Enrico, Federico ed Enzo. I festeggiamenti si svolsero all'interno dello stesso Castello voluto da Federico II, tra sfarzo ed onore.
Ciò che successe fu, però, diverso da ciò che si pianificò dovesse succedere: suo padre, re d'Epiro, era stato spodestato dall'Imperatore di Bisanzio ed anche i sudditi più fedeli si erano schierati dalla parte di Carlo d'Angiò; inoltre il vento che soffiava sul mare tranese non fu favorevole all'impresa e, anzi, la condannò definitivamente. Elena fu imprigionata in quello stesso castello dove anni addietro aveva sperimentato la gioia più grande della sua vita sposando l'uomo che amava, e morì dopo cinque anni di sofferenze, nel 1271, a soli 29 anni. Nella sua prigionia Elena non potè godere del conforto dei propri figli, che, al contrario, le vennero strappati: Beatrice fu imprigionata a Napoli nel Castel dell'Ovo, mentre gli altri tre fratelli all'interno del Castel del Monte federiciano. Se questi ultimi rimasero imprigionati a vita, la sorella Beatrice riuscì, dopo 18 anni di prigionia, a fuggire grazie alla rivolta del Vespro e a rifugiarsi in Sicilia dagli eredi della propria famiglia, quali Pietro III d'Aragona e la sorellastra Costanza.
Per quanto la loro fu una vera storia d'amore, che vide due sovrani realmente innamorati l'uno dell'altro, il fato non fu loro amico favorevole, poiché la data del 26 Febbraio 1266 segnò la tragica morte di Manfredi, sconfitto nella battaglia di Benevento, il che produsse il completo abbandono ed isolamento della giovane Elena, che si vide supportata solo da una coppia tranese, quella di Munaldo e Amundilla. Furono proprio questi due che aiutarono la regina ed i suoi figli, nascondendoli all'interno del Castello, dal quale, nel momento più favorevole avrebbero dovuto dipartirsi per raggiungere la propria madrepatria.Ciò che successe fu, però, diverso da ciò che si pianificò dovesse succedere: suo padre, re d'Epiro, era stato spodestato dall'Imperatore di Bisanzio ed anche i sudditi più fedeli si erano schierati dalla parte di Carlo d'Angiò; inoltre il vento che soffiava sul mare tranese non fu favorevole all'impresa e, anzi, la condannò definitivamente. Elena fu imprigionata in quello stesso castello dove anni addietro aveva sperimentato la gioia più grande della sua vita sposando l'uomo che amava, e morì dopo cinque anni di sofferenze, nel 1271, a soli 29 anni. Nella sua prigionia Elena non potè godere del conforto dei propri figli, che, al contrario, le vennero strappati: Beatrice fu imprigionata a Napoli nel Castel dell'Ovo, mentre gli altri tre fratelli all'interno del Castel del Monte federiciano. Se questi ultimi rimasero imprigionati a vita, la sorella Beatrice riuscì, dopo 18 anni di prigionia, a fuggire grazie alla rivolta del Vespro e a rifugiarsi in Sicilia dagli eredi della propria famiglia, quali Pietro III d'Aragona e la sorellastra Costanza.