Castel del Monte
La struttura di Castel del Monte
Il numero "otto" domina invadente l'imponenza dell'edificio. Otto stanze al piano inferiore, otto in quello superiore, tutte accomunate dalla forma trapezoidale e da dimensioni quasi identiche
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Pianta di base ottagonale, con spigoli sormontati a loro volta da altre strutture che imitano la stessa geometria: nel Castel del Monte il numero otto non è affatto sconosciuto ma, anzi, domina invadente l'imponenza dell'edificio.
Per quanto concerne il colore, questo doveva essere molto più intenso e vivace in passato, mentre ora i vari fenomeni atmosferici hanno contribuito ad affievolirli. Pare che il piano inferiore si ricoprisse di breccia rossa, per risaltare i camini e le strutture di porte e finestre, mentre le sale al primo piano si rivestivano di lastre marmoree. E' plausibile che le pareti del piano terra fossero abbellite da dipinti, mentre preziosi mosaici avrebbero colorato tanto i soffitti quanto i pavimenti. A tal proposito, grazie a dei lavori di restauro relativamente recenti, è stata riscoperta la bellezza di un mosaico sul pavimento dell'ottava stanza. Assai variegati sono anche i materiali impiegati nella costruzione, che indubbiamente hanno influito sulle cromie del castello. La breccia corallina vivacizza finiture e decorazioni, spiccando sul marmo bianco che, per quanto attualmente rimanga solo in pochi resti di finestre, in passato deve aver dominato sugli arredi del castello. La pietra calcarea fa di certo da padrona, presente nelle strutture vere e proprie, ma anche nei dettagli dei decori, variando l'intensità delle proprie sfumature in base al particolare momento del giorno o alle condizioni atmosferiche. Esteriormente, la divisione dei due piani è ben evidenziata da una cornice aggettante. Le torri si caratterizzano per la presenza di varie feritoie, tra loro disposte in maniera eterogenea, che illuminano i vani stessi delle torri e le scale a chiocciola. Le torri racchiudono le facciate, su ognuna delle quali si posizionano due finestre, tra loro non sempre equivalenti, una al piano superiore, l'altra a quello inferiore, con l'eccezione delle due facciate sulle quali si collocano il portale principale d'ingresso e quello di servizio, rispettivamente ad Est e ad Ovest. Se l'ingresso primario si contraddistingue per la breccia corallina, quello secondario si mostra privo di decorazioni, con un semplice profilo archiacuto. Un particolare degno di nota riguarda la bifora tra le torri 7 ed 8, che conserva, nell'oculo destro, l'unica tessera di mosaico superstite, di colore verde, delle decorazioni policrome delle finestre.
Il cortile interno è collegato in maniera diretta con tre camere a piano terra, identificando alcuni percorsi forzati che potrebbero suggerire una certa gerarchia tra le varie sale. Le pareti del cortile terminano la loro verticalità con un'arcata cieca a sesto acuto impostata su paraste angolari e si alleggeriscono grazie alla presenza di porte e finestre, distribuite in maniera assai eterogenea.
Il piano superiore è accessibile mediante due torri: la torre 3 (Torre del Falconiere) si ricopre di una volta tripartita sorretta da mensole antropomorfe raffiguranti la testa di un fauno ed un volto femminile ed è accessibile dalla quarta sala, mentre dall'ottava camera ci si può introdurre nella torre 7, sormontata da una volta esapartita sostenuta da telamoni in atteggiamenti curiosi e provocatori. Ancora, la torre 5 vanta l'unica scala percorribile senza interruzioni fino al terrazzo, alla quale si accede dal fronte opposto a quello principale, dalla sala 5. E' stato durante gli ultimi lavori di restauro che si è completata la copertura del terrazzo, con un doppio spiovente, dove quello interno, per mezzo di tubi di piombo incassati nella muratura, è finalizzato a convogliare le acque alla cisterna della corte, e quello esterno alle condutture dei servizi delle torri. Il paesaggio offerto dall'altezza del terrazzo è a dir poco mozzafiato, allargandosi dalle Murge, al Tavoliere, al Gargano, e vale assolutamente la pena di essere ammirato.
Al livello superiore si aprono tre porte finestre in breccia corallina, con architrave su mensole, incorniciate da due colonnine che reggono un archivolto ornato a fogliami ed ovoli. E' probabile che in passato tali porte finestre fossero tra loro in comunicazione grazie ad un percorso pensile che si sviluppava per tutto il perimetro del cortile. Per quanto riguarda le stanze a questo livello, esse seguono gli stessi sviluppi di quelle sottostanti, però si distinguono per una più spiccata raffinatezza di particolari e linee. I costoloni che sorreggono le volte sono più sottili e slanciati, e si dipartono da colonnine tristili in marmo riunite a fascio da un unico capitello decorato elegantemente a motivi vegetali. Sul versante che si affaccia sull'esterno, le sale sono vivamente illuminate da una bifora di evidente eredità gotica, eccezion fatta per una trifora nella seconda sala, sul versante settentrionale del castello. Tutte le finestre sono accomunate dal fatto di essere rialzate da gradini e fiancheggiate da sedili. Sul versante del cortile si alternano, a seconda delle sale, porte finestre e monofore a tutto sesto. Lungo le pareti di ogni sala corre un sedile in marmo sotto la base delle colonne, e una cornice marcapiano all'imposta delle volte. In origine le pareti di queste sale dovevano essere rivestite interamente da grandi lastre di marmo.
Già menzionata è stata la cosiddetta "sala del trono", che merita un approfondimento particolare, poichè è quella che più di tutte si collega a Federico II, secondo quanto la tradizione ci tramanda. E' infatti qui che pare che l'imperatore abbia tenuto consulti con la sua corte, o che si sia isolato per perdersi in pensieri e contemplazioni. Si dispone sul lato orientale del castello, in corrispondenza della facciata principale, ed è proprio da qui che si poteva controllare la saracinesca del portone d'ingresso. Qui la chiave di volta raffigura un volto umano barbuto, interpretato ora come fauno, ora come astrologo, mago o anche filosofo. Ed è sempre qui che si percepiscono legami con fenomeni celesti e divini, nella caratteristica posizione rivolta al sole e a Cristo.
Otto: il numero chiave di Castel del Monte
Sono due i piani su cui Castel del Monte si ripartisce, entrambi costituiti da otto stanze sviluppate intorno ad un giardino centrale, anch'esso, di forma ottagonale. Grazie a due rampe ricostruite nel 1928, tra loro disposte simmetricamente, si giunge, ad Est, al maestoso portale principale in breccia corallina, una maestosità che si riflette in tutta la struttura e che viene alleggerita solo dal cortile centrale in corrispondenza di tre porte e di tre finestre, rispettivamente al piano inferiore e superiore del castello. L'ingresso primario di Castel del Monte risente dell'ispirazione classica, con pilastri esili e scanalati e capitelli corinzi che sorreggono un finto architrave, sagomato nella parte inferiore da modiglioni, su cui si imposta un timpano cuspidato. Tra la parte esterna e quella interna del vano d'accesso si situa l'intercapedine funzionale allo scorrimento della saracinesca, manovrata un tempo dalla caratteristica "sala del trono".Per quanto concerne il colore, questo doveva essere molto più intenso e vivace in passato, mentre ora i vari fenomeni atmosferici hanno contribuito ad affievolirli. Pare che il piano inferiore si ricoprisse di breccia rossa, per risaltare i camini e le strutture di porte e finestre, mentre le sale al primo piano si rivestivano di lastre marmoree. E' plausibile che le pareti del piano terra fossero abbellite da dipinti, mentre preziosi mosaici avrebbero colorato tanto i soffitti quanto i pavimenti. A tal proposito, grazie a dei lavori di restauro relativamente recenti, è stata riscoperta la bellezza di un mosaico sul pavimento dell'ottava stanza. Assai variegati sono anche i materiali impiegati nella costruzione, che indubbiamente hanno influito sulle cromie del castello. La breccia corallina vivacizza finiture e decorazioni, spiccando sul marmo bianco che, per quanto attualmente rimanga solo in pochi resti di finestre, in passato deve aver dominato sugli arredi del castello. La pietra calcarea fa di certo da padrona, presente nelle strutture vere e proprie, ma anche nei dettagli dei decori, variando l'intensità delle proprie sfumature in base al particolare momento del giorno o alle condizioni atmosferiche. Esteriormente, la divisione dei due piani è ben evidenziata da una cornice aggettante. Le torri si caratterizzano per la presenza di varie feritoie, tra loro disposte in maniera eterogenea, che illuminano i vani stessi delle torri e le scale a chiocciola. Le torri racchiudono le facciate, su ognuna delle quali si posizionano due finestre, tra loro non sempre equivalenti, una al piano superiore, l'altra a quello inferiore, con l'eccezione delle due facciate sulle quali si collocano il portale principale d'ingresso e quello di servizio, rispettivamente ad Est e ad Ovest. Se l'ingresso primario si contraddistingue per la breccia corallina, quello secondario si mostra privo di decorazioni, con un semplice profilo archiacuto. Un particolare degno di nota riguarda la bifora tra le torri 7 ed 8, che conserva, nell'oculo destro, l'unica tessera di mosaico superstite, di colore verde, delle decorazioni policrome delle finestre.
La struttura interna di Castel del Monte
Otto stanze al piano inferiore, otto in quello superiore, tutte accomunate dalla forma trapezoidale e da dimensioni quasi identiche: queste le caratteristiche degli interni del castello, le cui sale si contraddistinguevano per funzioni differenti in base alla loro disposizione rispetto alle altre e ai collegamenti reciproci e con il cortile. Ad esempio, le sale dotate di vari comfort come camini e disimpegni si distinguono da quelle cosiddette di passaggio. L'apparente problema della copertura delle stanze trapezoidali si risolve in maniera abbastanza semplice grazie alla scomposizione della superficie in un quadrato, con uno dei quattro lati corrispondente a ciascuna delle otto linee perimetrali del cortile ottagonale, e due triangoli laterali. Il soffitto del quadrato si caratterizza per una volta a crociera costolonata, quello dei triangoli per semibotti ad ogiva. Lo scopo dei costoloni è puramente decorativo: già molto diffusi in Francia, sono una novità assoluta in Puglia, e nello specifico di Castel del Monte presentano varie chiavi di volta raffigurate, tra le quali degne di nota sono quelle di quattro testine umane e quattro ibridi annodati, rispettivamente della settima ed ottava sala del piano superiore, e quella di una testa di fauno con orecchie appuntite incorniciata tra uva e pampini. E' la breccia corallina a dominare nelle decorazioni delle varie stanze, quali le semicolonne che delineano il perimetro del quadrato ottenuto dalla scomposizione delle varie camere ed i rispettivi capitelli, ornati da foglie ad apice ricurvo, o le cornici delle finestre a tutto sesto, gli oculi e le soglie tra una camera e l'altra. Per quanto, invece, concerne la pavimentazione, questa presenta solo pochissimi resti, nell'ottava sala, mentre originariamente doveva apparire arricchita di tarsie geometriche in marmo bianco e ardesia.Il cortile interno è collegato in maniera diretta con tre camere a piano terra, identificando alcuni percorsi forzati che potrebbero suggerire una certa gerarchia tra le varie sale. Le pareti del cortile terminano la loro verticalità con un'arcata cieca a sesto acuto impostata su paraste angolari e si alleggeriscono grazie alla presenza di porte e finestre, distribuite in maniera assai eterogenea.
Il piano superiore è accessibile mediante due torri: la torre 3 (Torre del Falconiere) si ricopre di una volta tripartita sorretta da mensole antropomorfe raffiguranti la testa di un fauno ed un volto femminile ed è accessibile dalla quarta sala, mentre dall'ottava camera ci si può introdurre nella torre 7, sormontata da una volta esapartita sostenuta da telamoni in atteggiamenti curiosi e provocatori. Ancora, la torre 5 vanta l'unica scala percorribile senza interruzioni fino al terrazzo, alla quale si accede dal fronte opposto a quello principale, dalla sala 5. E' stato durante gli ultimi lavori di restauro che si è completata la copertura del terrazzo, con un doppio spiovente, dove quello interno, per mezzo di tubi di piombo incassati nella muratura, è finalizzato a convogliare le acque alla cisterna della corte, e quello esterno alle condutture dei servizi delle torri. Il paesaggio offerto dall'altezza del terrazzo è a dir poco mozzafiato, allargandosi dalle Murge, al Tavoliere, al Gargano, e vale assolutamente la pena di essere ammirato.
Al livello superiore si aprono tre porte finestre in breccia corallina, con architrave su mensole, incorniciate da due colonnine che reggono un archivolto ornato a fogliami ed ovoli. E' probabile che in passato tali porte finestre fossero tra loro in comunicazione grazie ad un percorso pensile che si sviluppava per tutto il perimetro del cortile. Per quanto riguarda le stanze a questo livello, esse seguono gli stessi sviluppi di quelle sottostanti, però si distinguono per una più spiccata raffinatezza di particolari e linee. I costoloni che sorreggono le volte sono più sottili e slanciati, e si dipartono da colonnine tristili in marmo riunite a fascio da un unico capitello decorato elegantemente a motivi vegetali. Sul versante che si affaccia sull'esterno, le sale sono vivamente illuminate da una bifora di evidente eredità gotica, eccezion fatta per una trifora nella seconda sala, sul versante settentrionale del castello. Tutte le finestre sono accomunate dal fatto di essere rialzate da gradini e fiancheggiate da sedili. Sul versante del cortile si alternano, a seconda delle sale, porte finestre e monofore a tutto sesto. Lungo le pareti di ogni sala corre un sedile in marmo sotto la base delle colonne, e una cornice marcapiano all'imposta delle volte. In origine le pareti di queste sale dovevano essere rivestite interamente da grandi lastre di marmo.
Già menzionata è stata la cosiddetta "sala del trono", che merita un approfondimento particolare, poichè è quella che più di tutte si collega a Federico II, secondo quanto la tradizione ci tramanda. E' infatti qui che pare che l'imperatore abbia tenuto consulti con la sua corte, o che si sia isolato per perdersi in pensieri e contemplazioni. Si dispone sul lato orientale del castello, in corrispondenza della facciata principale, ed è proprio da qui che si poteva controllare la saracinesca del portone d'ingresso. Qui la chiave di volta raffigura un volto umano barbuto, interpretato ora come fauno, ora come astrologo, mago o anche filosofo. Ed è sempre qui che si percepiscono legami con fenomeni celesti e divini, nella caratteristica posizione rivolta al sole e a Cristo.